L’inbound marketing è un nuovo metodo di concepire e fare marketing. Il punto focale su cui si basa, nonché la sua innovatività, sta nel fatto che la tua azienda non interrompe l’attività che sta svolgendo il consumatore, ma si fa trovare con il contenuto giusto al posto giusto e al momento giusto. Facciamo un esempio.
Proviamo a pensare a un bel film che abbiamo visto alla televisione ultimamente: ci è mai capitato di infastidirci per l’eccessiva presenza della pubblicità? Allo stesso modo, cosa proviamo ogni volta che i call center ci telefonano o gli addetti alla vendita porta a porta suona il campanello di casa nostra? Tutte queste azioni, che rientrano sotto l’enorme cappello del marketing tradizionale, definito anche “outbound marketing”, interrompono l’attività che stiamo svolgendo per mostrarci qualcosa.
Con l'inbound marketing, il fulcro di tutto è il sito aziendale, che viene realizzato o migliorato appositamente per ospitare il visitatore. Il punto d’inizio dell’inbound marketing è proprio quello di promuovere il sito web affinché venga trovato, tramite motori di ricerca o social network, dal consumatore, esattamente nel momento in cui lui manifesta un bisogno. In questo modo, non è più la tua azienda che cerca un contatto con una persona completamente estranea; al contrario, è l’utente che, cercando una parola chiave su Google, entra nel tuo sito e, se interessato, si mette in contatto con te. È proprio per questo motivo che si può dire che l’inbound marketing non disturba l’utente e non lo interrompe nella sua quotidianità.
Ma cosa succede nel momento in cui un visitatore entra nel sito? Sarebbe futile attirare migliaia e migliaia di consumatori e non creare un percorso interno in cui questi possano inserirsi, per farli arrivare all’acquisto. L’inbound marketing pensa anche a questo. Fino a qualche mese fa si parlava di “funnel di vendita”, ossia un imbuto che rappresentava i diversi passaggi progettati per guidare l’utente verso la decisione finale, l’acquisto del prodotto o servizio migliore per le sue esigenze. Tuttavia, in tempi recenti si è preso a parlare di volano:
Immagine proveniente da Oberlo
Il volano risulta diviso in 3 fasi principali:
- Attract. La strategia di inbound marketing inizia con l’attirare visitatori al nostro sito. Sarebbe futile, infatti, realizzare un percorso interno al sito per arrivare alla conversione, ma non idoneo per la fase iniziale: quella di far arrivare utenti che siano interessati alla nostra attività, ai nostri prodotti e servizi. Sarebbe proprio come costruire un albergo a 5 stelle nel deserto, laddove non lo conosce nessuno o non c'è nessuno.
- Engage. Il sito dev’essere pensato per risultare inbound oriented. Cosa significa? Dev’essere dotato di tutti quegli elementi che possono invogliare un visitatore interessato a mettersi in contatto con la nostra azienda, in maniera più o meno superficiale. Tra questi elementi, possiamo trovare: contenuti premium da scaricare, call to action e landing page, form di contatto.
- Delight. Al contrario di ciò che in genere succede con i metodi di marketing tradizionali, il percorso non si conclude con l’acquisto, ma va oltre. Uno dei punti innovativi dell'inbound marketing è proprio il suo focus su ciò che accade dopo l'acquisto: la relazione tra azienda e cliente non si interrompe, ma prosegue oltre, con l'obiettivo di fidelizzare il cliente. In questo modo, con un effort decisamente minore, riusciremo non solo ad acquisire nuove vendite, ma anche nuovi clienti.
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