Community risolve un annoso problema che YouTube ha ben presente da lungo tempo e che nell’opinione di molti mette in dubbio se includere questo canale nella definizione di social media. Annunciare notizie semplici come “questa sera sarò ospite al tal evento” non è semplice se l’unico strumento a disposizione è un video. Lo è invece tramite un tweet o un post su Facebook, ma in questo caso non potrei raggiungere il mio pubblico di followers di YouTube.
Ecco allora che Community interviene su due fronti: da un lato offre ai broadcaster dei tool che permettono loro di comunicare tutto all’interno di YouTube senza doverne uscire per utilizzare altri social network. Dall’altro, porta grandi benefici a YouTube stesso, come social e come ramo del grande albero di Google.
Il debutto di questa novità è per ora ospitato da 12 youtuber, tra cui il cantante Peter Hollens, il trio videocomico The Kloons e il canale ThreadBanger. Potrebbe sembrare un test su scala stranamente molto ristretta, ma va però considerato che questa dozzina di creatori assieme riesce a totalizzare più di 40 milioni di sottoscrittori attivi: un campione tutt’altro che insignificante.
Il programma è di allargare questo bacino di prova durante il prossimo mese e, se tutto procede secondo i piani, di offrire in seguito la funzionalità ad ogni utente che carichi video online tramite questo servizio, indipendentemente dalla rispettiva popolarità. In questo modo sarà anche più semplice per le aziende operare una strategia di Youtube Marketing.
Si tratta senz’altro di un profondo cambiamento, che però segue anche un percorso piuttosto fisiologico per un canale che vuole essere social e che è popolato da personalità creative non relegabili ad un’unica forma di comunicazione. Questi creativi, inoltre, potranno sfruttare i nuovi strumenti per mantenere vivo l’interesse dei propri follower anche in mancanza di nuovi video: la qualità dei contenuti caricati su YouTube è notevolmente avanzata nel corso degli anni, e per molti creatori è piuttosto difficile riuscire a produrre video all’altezza i tale standard con frequenza o a cadenza regolare.
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