Ti è mai capitato di cercare, ad esempio, una chiavetta USB su Amazon e poi, navigando su altri siti web, ritrovarti un banner pubblicitario pieno di chiavette USB?
Il remarketing – conosciuto anche come retargeting – è proprio questo. In questo caso, quello di Amazon è un semplice campanellino che suona in continuazione per invogliarti a tornare da lui a comprare la chiavetta USB. O, quantomeno, per spingerti a rientrare sul suo sito per cercare altri prodotti.
Ti starai sicuramente chiedendo in cosa consiste questo magico processo. Vediamolo assieme attraverso una definizione specifica, proveniente da una fonte attendibile (Google):
Il remarketing è una funzione che ti consente di personalizzare la campagna di annunci display per gli utenti che in precedenza hanno visitato il tuo sito web e di adattare offerte e annunci (con il remarketing dinamico) a questi visitatori quando effettuano ricerche sul web o utilizzano le app.
Cosa significa tutto questo? Il remarketing ti permette di tenere alta l’attenzione sul tuo sito – e, quindi, della tua azienda – richiamando chi se n’è andato. Questo tipo di annuncio aumenta la visibilità del brand e ti consente di mostrare le tue migliori offerte a persone che conoscono già i prodotti e i servizi della tua attività. Non dovrai, di conseguenza, presentarti di nuovo e ti sarà più facile essere riconosciuto per ottenere una conversione immediata da utente a potenziale cliente, attraverso la compilazione del form di contatto.
Facciamo un esempio per rendere tutto più comprensibile. Stai cercando un paio di stivali e decidi di dare una sbirciata a Zalando. Controlli sul sito e noti che ci sono numerose paia di stivali che potrebbero interessarti. Proprio nel momento in cui hai già a portata di mano la carta di credito perché hai deciso quali comprare, la tua automobile ti lascia a piedi e, di conseguenza, la tua priorità passa dagli stivali a una macchina nuova. Ecco, Zalando, che già si era prefigurato una vendita e che si sente “abbandonato”, continua a mostrarti le sue offerte attraverso altri siti. E quando, finalmente, finisci di pagare l’auto nuova, questo “campanellino” ti conduce nuovamente sul suo sito. Ovviamente, ormai è estate e gli stivali non ti servono. In compenso, scopri che nel catalogo ci sono dei sandali davvero carini e decidi di acquistarli: questa volta non hai più scuse!
Questo è proprio quello che fa il remarketing: cattura la tua attenzione per riportarti su un sito per il quale hai già espresso interesse, inducendoti all’acquisto. Non sempre, infatti, chi abbandona il tuo sito lo fa perché scarsamente attratto. Ci sono molti altri motivi che possono condurre un utente a farlo (uno di questi, come abbiamo appena visto, è l’arrivo di una spesa improvvisa che passa in primo piano). Ed è proprio sulla base di questa consapevolezza che agisce il processo di retargeting.
A proposito di remarketing e retargeting, i due termini, come abbiamo visto in precedenza, hanno pressappoco lo stesso significato. Volendo essere puntigliosi, il primo è nato in riferimento all'utilizzo delle e-mail per riportare a casa un potenziale cliente (se non capisci ora, non preoccuparti! Vedremo in seguito di cosa si tratta); “retargeting”, invece, di norma viene utilizzato in tutti gli altri casi. Negli ultimi tempi i due termini hanno iniziato ad essere utilizzati negli stessi ambiti e a indicare lo stesso processo. Per questo, nel corso dell’articolo, utilizzeremo l’uno o l’altro termine in modo indifferente.