Google Analytics: Cos’è e come funziona. La guida di Netstrategy
Google Analytics è una piattaforma ricca di funzionalità e, di conseguenza, a primo impatto può risultare difficile da utilizzare.
Con ogni probabilità, se possiedi un sito, avrai sicuramente già sentito parlare di Google Analytics. Può darsi anche che tu abbia creato un account che hai però lasciato volontariamente in “soffitta” perché non riesci a interpretare i dati che questo tool ti presenta o, addirittura, a comprenderne l’utilità.
Niente paura: è tutto normale! Google Analytics è, infatti, una piattaforma ricca di funzionalità e, di conseguenza, a primo impatto può risultare difficile da utilizzare.
È proprio sulla base di quest’affermazione che nasce questa guida completa: sarai sicuramente consapevole dell’importanza di valutare le tue performance online (e non) attraverso dati concreti.
È per questo che il principale motore di ricerca ha messo a tua disposizione Google Analytics ed è giusto che tu possa sfruttarlo al meglio. In questo articolo ti mostrerò in modo molto semplice cosa puoi fare attraverso questo tool. Ti si aprirà un mondo e non potrai più farne a meno! Sei pronto? Cominciamo!
Contenuti in breve:
- Cos’è Google Analytics e perché creare un account su questo tool?
- #1 – I primi passi
- #2 – Conosci i tuoi utenti
- #3 – La strategia “mobile-friendly”
- #4 – Il controllo delle parole chiave da motore di ricerca
- #5 – Cosa cercano gli utenti nel tuo sito (e cosa non trovano!)
- #6 – L’efficacia delle pagine
- #7 – Qual è l’ora X del tuo sito?
- #8 – Il funnel d’acquisizione
- In conclusione

Cos’è Google Analytics e perché creare un account su questo tool?
Sarebbe inutile iniziare ad elencare una carrellata infinita di ciò che puoi fare con Google Analytics senza prima definire cos’è e perché potrebbe esserti utile, non credi? Questo sarà un paragrafo introduttivo all’argomento, che ti permetterà di comprendere al meglio quello che verrà.
Bando alle ciance: cos’è Google Analytics? Si tratta di un servizio di analisi web gratuito che fornisce statistiche e strumenti analitici per mostrarti se la tua strategia di digital marketing e ottimizzazione sta funzionando (non a caso, è uno dei tool più usati dalle agenzie SEO). Tradotto in parole povere: Google Analytics ti mostra una serie di dati relativi le più svariate categorie (pubblico, conversioni,…) che possono interessarti, con lo scopo di farti comprendere se il tuo sito sta ottenendo successo online. In sostanza, puoi scoprire se sei sulla strada giusta o devi invertire la rotta e cambiare strategia di marketing.
Se vogliamo fare un esempio in termini pratici, potremmo dire che il tuo sito è come un’automobile, di cui Google Analytics è il quadrante. Infatti, questo tool ti fornisce informazioni sull’andamento e il comportamento della tua auto. A cosa serve il quadrante nell’auto? Quando c’è un problema ti accende una spia per evidenziarti che qualcosa non va. Attraverso le sue indicazioni, potrai capire cosa non sta funzionando e riuscire a modificare il tuo comportamento in tempo. Inoltre, il quadrante ti mostra a che velocità stai andando e quante miglia hai già percorso. Insomma, grazie a questo elemento fondamentale sei costantemente aggiornato sulla condizione della tua automobile.

Google Analytics funziona proprio così: attraverso una serie infinita di dati, ti permette di monitorare continuamente il comportamento del tuo sito. Vale a dire: se stai generando conversioni (ossia se gli utenti che visitano la tua piattaforma, compilano il form di contatto); per quali pagine ottieni maggior traffico sul tuo sito (ossia, quali sono i contenuti che attraggono il maggior numero di visitatori); per quali parole chiave vieni trovato e, di conseguenza, sei posizionato più in alto; chi è il tuo pubblico: cosa guarda all’interno del tuo sito, quanto tempo vi trascorre, da dove viene, quanti anni ha. Insomma, grazie a Google Analytics hai il pieno controllo del tuo sito. Attenzione: non ti sto dicendo che senza questo tool non potresti governare su qualcosa che hai creato tu stesso, ma sto sottolineando il fatto che sarebbe uno spreco o perderesti delle opportunità se realizzassi un sito senza tenerlo monitorato. Così come un’automobile senza quadrante sarebbe una minaccia e lascerebbe la porta aperta a numerose problematiche. Google Analytics, come un faro nella notte, funge da guida nel percorso di digital marketing che hai deciso di intraprendere, mostrandoti le buche e le insidie che puoi trovare. Sta a te poi interpretare ciò che ti indica per evitare di cadere e farti del male!
L’importanza di Google Analytics viene messa in evidenza anche dalle statistiche inerenti la sua fama. MarketingLand.com ha analizzato quanti sono i siti che hanno deciso di affidarsi a questo tool: Google Analytics è presente in più di 10 milioni di siti. Inoltre, è installato nel 60% dei primi 10.000 siti a livello di popolarità. Non si tratta di numeri indifferenti, come puoi ben notare!
Dopo questa premessa, sei ancora convinto che Google Analytics vada tenuto in soffitta o vuoi scoprire tutto ciò che ti può mostrare in pochissimi minuti? Se hai voglia di scoprirne di più, continua la lettura e segui, passo dopo passo, le indicazioni per capire come si sta muovendo il tuo sito. Ti sorprenderà scoprire tutti i dati che puoi raccogliere sulla tua piattaforma online!
Hai già qualche domanda?
Prosegui la lettura. Ma se non vedi l’ora di chiacchierare con noi, raccontaci qual è il tuo progetto.
#1 - I primi passi
In questo momento sei come un bebè che comincia a muovere i primi passi. Con quest’articolo mi auguro di darti le nozioni giuste per divenire autonomo nell’utilizzo delle funzionalità fondamentali di Google Analytics. Per questo motivo, comincerò con l’elencarti le azioni basilari.
La prima cosa da fare, come probabilmente già immaginerai, è quella di creare un account per il tuo sito. Entra nel sito di Google Analytics e clicca su “Crea un account”. Compila tutti i dati richiesti. Non starò qui ad elencarti tutti gli ulteriori passi primari che devi affrontare in questo momento, perché sono abbastanza comprensibili, in quanto seguono il classico processo di realizzazione di un account proprio che trovi su qualunque piattaforma online.
Per il momento ti basta sapere che il secondo step, dopo la creazione di un proprio account di Google, riguarda la sezione “Impostazione della proprietà”. Digita l’URL del tuo sito e il nome. Inseriscilo in una categoria ben precisa tra le numerose presenti, per fare in modo di trovarlo velocemente quando e se avrai più siti da monitorare. Dopodiché, seleziona il Paese dal quale ti stai connettendo (sulla base del fuso orario dello Stato in cui ti trovi, otterrai il report dei diversi dati). Alla fine di questo processo avrai a disposizione il tuo ID di monitoraggio e sarai, finalmente, pronto per cominciare.
Cos’è l’ID di monitoraggio? Si tratta di un codice alfanumerico che dovrai aggiungere alle pagine del tuo sito che vuoi tenere monitorate. In questo contesto, ti consiglio di utilizzare dei plugin specifici da scaricare sul sito: una volta incollato al loro interno l’ID (o Tag globale che ti offre sempre Google Analytics), sarai pronto per tenere sotto osservazione la tua piattaforma e per ricevere i primi dati. Se non hai voglia di installare i plugin, puoi incollare il Tag globale all’interno dei codici HTML di ogni pagina. Si tratta di un codice univoco che svolge il lavoro pesante di raccolta dei dati, consegnandoli poi al tuo account Google Analytics.
Una volta terminato questo primo step, è importante che tu definisca gli obiettivi che vuoi raggiungere. Monitorare le statistiche sarebbe un processo del tutto inutile se non definissi dei traguardi ben precisi, vero? Sarebbe un po’ come controllare il quadrante dell’auto senza avere la minima idea della velocità che vuoi percorrere e dei problemi che vuoi risolvere.
Definire gli obiettivi permette a Google Analytics di sapere cosa vuoi tenere sotto controllo. Nel caso di un sito e-commerce, terrà monitorato almeno il numero di vendite; nel caso di un’applicazione o di un gioco online, la piattaforma controllerà in modo approfondito i completamenti di livello di gioco. Infine, nel mio caso e, si presume, anche nel tuo, l’obiettivo sarà quello di raggiungere il maggior numero di conversioni da utente a lead all’interno del sito. Cosa vuol dire? L’ho accennato anche nel paragrafo introduttivo, ma ripeterlo può solo fare bene: quando crei un sito online per la tua attività, il tuo scopo principale dev’essere quello di attirare un numero elevato di potenziali clienti. O, quantomeno, un numero più alto rispetto a quello che potresti raggiungere da offline (altrimenti non avresti pensato di cercare visibilità online, sbaglio?). L’importanza di avere un sito, quindi, si misura in quanti visitatori compilano il form di contatto, inserendo i propri dati, per essere ricontattati ed instaurare una trattativa commerciale. Quando gli utenti svolgono questo processo, si trasformano in lead, ossia potenziali clienti.
Tra i diversi obiettivi che hai a disposizione con Google Analytics ci sono:
- Modelli. Si tratta di obiettivi che ti offre la piattaforma stessa in base alla categoria in cui hai inserito il tuo sito. Non ti resta che selezionarli per dare il via al processo di monitoraggio.
- Personalizzati. Puoi scegliere tra diversi tipi di obiettivi, in base alla destinazione (le visualizzazioni delle tue pagine vengono visti come “conversioni”, e quindi come obiettivi che stai perseguendo per ottenere maggior visibilità); in base alla durata (studi la durata di permanenza di un utente all’interno del sito e, quindi, quanto I tuoi contenuti risultano interessanti e rispondano alle loro esigenze); in base all’evento (studi il livello dell’interazione dei visitatori con il tuo sito e, di conseguenza, con la tua azienda); in base alle pagine di sessione (stabilisci un numero definito di pagine che l’utente deve visitare per comprendere se hai un sito web efficace).
- Intelligenti. Per dirlo in modo molto generico, ti permettono di valutare quante conversioni ti portano le campagne digitali.
Dopo aver definito gli obiettivi, potrai cominciare a seguire un percorso ben preciso, senza camminare alla cieca. In pratica, Google Analytics ti mostrerà i dati relativi agli obiettivi che vuoi raggiungere, per permetterti di comprendere a che punto del processo sei. In questo momento potresti addirittura renderti conto che i risultati che precedentemente credevi soddisfacenti non lo sono poi così tanto e cercare un metodo per incrementare la strategia che hai intrapreso.
Passiamo ora al secondo step del nostro percorso attorno al mondo di Google Analytics.
#2 - Conosci i tuoi utenti
Normalmente, quando si definisce una strategia di Inbound Marketing o, più in generale, di web marketing, uno dei primi passi è rappresentato dalla creazione delle Buyer Persona, ossia dei profili che identificano il cliente ideale. Per esempio, la fascia d’età, gli interessi, la provenienza. Se svolta con cura, quest’analisi porta alla definizione di un cliente che poi si dimostra tale anche nel corso del tempo. Ma alcune volte può capitare che, nel corso del tempo, ci si renda conto che il target a cui ti stai indirizzando non corrisponde appieno ai tuoi Buyer Persona. Come scoprirlo? Google Analytics può rappresentare un valido strumento a tua disposizione anche in questo caso: conoscere le abitudini e gli interessi di chi visita il tuo sito ti è utile per sapere dove puntare e come creare contenuti personalizzati (a proposito, sapevi che il 68% delle aziende ha dichiarato di utilizzare elementi realizzati su misura in base alle azioni dell’utente?).
Il processo per arrivare a conoscere il tuo potenziale cliente è semplice. Entra su Google Analytics e clicca su:
Pubblico > Panoramica.
Questa pagina ti presenta in modo specifico chi è l’utente, da dove arriva, che lingua parla e molte altre sue caratteristiche. Cosa puoi scoprire?
- Il numero di utenti.
- Il numero di nuovi utenti (ossia, quanti hanno visitato il tuo sito per la prima volta?).
- Il numero di sessioni (il numero di collegamenti totali degli utenti per il periodo indicato).
- Il numero di sessioni per utente (si tratta del valore medio di pagine visualizzate per utente. Per esempio, se è presente il numero 2, significa che, in media, ogni visitatore visita 2 pagine del sito prima di abbandonarlo).
- Visualizzazioni di pagina (vale a dire, il numero di pagine – qualsiasi esse siano – visualizzate dagli utenti nel periodo di riferimento).
- Pagine/sessione (questo valore è molto simile al numero di sessioni per utente, ma indica anche le pagine duplicate).
- Durata sessione media.
- Frequenza di rimbalzo (percentuale degli utenti che sono entrati in una sola pagina per poi uscire e sparire per sempre).
Dopo questa tabella, noterai dei dati in percentuale relativi alle lingue parlate dall’utente che ha visitato il sito, al loro Paese di provenienza e alla città. Informazioni minori si riferiscono al Browser, al sistema operativo e al fornitore di servizi.
Sull’elenco alla tua sinistra troverai anche sezioni relative alla fascia d’età in cui si collocano i visitatori e al sesso, oltre che alle loro categorie di interesse (per esempio, sport, computer, alimenti,…).
Grazie alla sezione relativa al “pubblico” avrai un’idea generale di chi si approccia al tuo sito. Saprai, quindi, con certezza su chi devi puntare per poter ottenere particolare séguito e visibilità. Attraverso, poi, la sezione delle conversioni conoscerai il numero preciso di quanti hanno compilato il form di contatto. Si tratta di un altro elemento fondamentale: a cosa ti serve avere milioni di visite sul sito se queste non portano conversioni e, di conseguenza, non aumentano il fatturato della tua azienda? Infine, sulla base di tutti i dati raccolti avrai la possibilità di creare contenuti personalizzati e di far sentire “unico” colui che entra nel tuo sito.
Stai già cominciando a divertirti con Google Analytics, vero? Probabilmente hai già smanettato qua e là e scoperto ulteriori funzionalità di questo strumento. Ma, a proposito di comportamento dei tuoi utenti, io vorrei porre l’attenzione anche sulla strategia mobile che stai perseguendo.
Come ben saprai, da qualche mese a questa parte Google ha cominciato ad indicizzare i siti su dispositivo mobile. Ciò vuol dire che sta dando particolare attenzione alle piattaforme online che si definiscono “mobile-friendly”, ossia amiche di smartphone, tablet e quant’altro. Sicuramente ti starai chiedendo che cosa c’entri tutto questo con Google Analytics. Ti rispondo subito: questo strumento è in grado di distinguere anche il numero di visitatori che sono entrati dal tuo sito tramite desktop da quelli che sono entrati tramite smartphone. E i risultati (e le considerazioni) che puoi ottenere a riguardo sono sorprendenti.
Entra su Google Analytics e recati su questa sezione:
Pubblico > Dispositivo mobile > panoramica.
Una volta arrivato a destinazione, davanti ai tuoi occhi apparirà una tabella, composta da diverse righe colonne. Come avrai potuto constatare, sulle righe sono presenti le parole desktop, mobile e tablet, facilmente comprensibili. Per le colonne, invece, i valori sono i seguenti:
Utenti. Quanti utenti hanno aperto una pagina da computer? Quanti da smartphone? Quanti da mobile? Questo numero ti indica proprio questo.
- Nuovi utenti.
- Sessioni.
- Frequenza di rimbalzo.
- Pagine/sessione.
- Durata sessione media.
- Conversioni: tasso di conversione all’obiettivo, completamenti obiettivo, valore obiettivo (il valore in termini di denaro che poni su ogni obiettivo da raggiungere).
A cosa ti serve tutta questa schiera di informazioni? Ti aiutano a capire da dove proviene il maggior numero di conversioni. E, soprattutto, grazie al valore della durata della sessione media, puoi intuire se il tuo sito venga considerato “mobile-friendly” da chi ne usufruisce. In altre parole, se noti una durata bassa da smartphone, probabilmente è perché il tuo sito è lento nel caricamento o perché i contenuti non si visualizzano in modo ottimale.
Ricorda che, in base a quanto il tuo sito risulta “responsive”, ossia visualizzabile in modo perfetto da tutti i dispositivi, dipende anche il posizionamento su Google da mobile. Si tratta, come puoi intuire, di una caratteristica molto importante e poter disporre di dati concreti sulla base di questo rappresenta sicuramente un mezzo utilissimo per la tua attività.
#4 - Il controllo delle parole chiave da motore di ricerca
Dopo aver parlato di contenuti, non potevo non discutere riguardo le parole chiave. A questo proposito, mi auguro che prima di realizzare il tuo sito o di intraprendere qualsiasi tipo di attività relativa al content marketing, tu abbia accuratamente scelto le parole chiave giuste per la tua azienda. Ossia, quelle keyword per le quali vuoi posizionare il tuo sito sui motori di ricerca. Da queste, infatti, dipendono tutti i testi e gli articoli che pubblichi, oltre che i nomi delle diverse categorie e sezioni in cui è diviso il sito. Se non l’hai ancora fatto, corri! Una strategia di content marketing che non tiene conto delle parole chiave è controproducente.
Se sei stato prudente e hai studiato le parole chiave, è lecito che tu voglia conoscere se la tua scelta è stata premiata o se è il caso di invertire la rotta. È anche per questo che esiste Google Analytics: questo strumento ti aiuta a capire per quali parole chiave ottieni traffico sul tuo sito e quali keyword, invece, non attirano l’attenzione dell’utente. A questo punto, scoprirai le lacune presenti sul tuo sito. Infine, non meno importante, puoi impostare le tue campagne a pagamento Google AdWords sulla base parole chiave che convertono il maggior numero di utenti. Avrai così maggior probabilità di successo.
Per riuscire a capire per quali keyword hai maggior visibilità online, segui questo percorso:
Acquisizione > Search Console > Query
Tieni presente che, da quando esiste il protocollo https, Google ha nascosto le parole chiave. Per poterle visualizzare, dovrai connettere il tuo account con Search Console. A questo punto, come di consueto, ti troverai di fronte ad un grafico e ad una tabella. Scopriamo assieme cosa ti indica:
- Query di ricerca. Qui trovi l’elenco dei termini che hanno generato impressioni (ossia, per quale parola chiave il tuo sito è apparso come risultato nel motore di ricerca!).
- Clic. Questo valore ti indica quanti clic hai ricevuto su un risultato collegato alla parola chiave di riferimento.
- Impressioni. Come dicevamo precedentemente, è il numero che esprime quante volte per una determinata keyword sei stato visualizzato sulla serp (search engine risults page, ossia pagina dei risultati del motore di ricerca). Nota bene: non è necessario che l’utente abbia poi cliccato sul risultato e sia entrato nel sito!
- Ctr. Si tratta del rapporto tra percentuale di clic e numero di impressioni. In parole povere, quanto la meta description è attinente con ciò che sta cercando l’utente?
- Posizione media.
È la media tra le varie posizioni che una parola chiave ottiene nei motori di ricerca.

Come puoi constatare, Google Analytics ti offre una panoramica completa delle parole chiave che catturano maggiormente l’attenzione dell’utente e di quelle che, invece, non producono risultati. A questo punto avrai due soluzioni: puntare tutto sulle keyword considerate “interessanti” e sistemare e aggiornare i contenuti che hai posizionato per le parole chiave che non attirano l’utente. In questo modo, potrai ottenere ranking per il maggior numero possibile di keyword.
Conoscere le parole chiave per le quali sei posizionato meglio sul motore di ricerca è fondamentale. Ma per completare l’opera, Google Analytics ti offre un ulteriore strumento: quello riguardante i termini di ricerca. Cosa chiedono gli utenti al tuo sito? Cosa vogliono trovare nella tua piattaforma? Si tratta, quindi, di una serie di dati che ti indicano quali sono le keyword inserite dai visitatori per trovare qualcosa di specifico sul tuo sito.
Per scoprire se le tue parole chiavi sono efficaci, segui questo procedimento:
Comportamento > ricerca su sito > termini di ricerca.
A questo punto ti apparirà una tabella molto esplicativa, che ti indica diversi valori:
- Nella prima colonna trovi lo specifico termine di ricerca.
Nella seconda colonna trovi il totale delle ricerche uniche. Si tratta del valore che indica il numero di volte che gli utenti hanno eseguito ricerche all’interno del sito. - Nella terza colonna trovi le visualizzazioni di pagina/ricerca. È il numero medio di volte in cui I visitatori hanno aperto la pagina visualizzata dopo una ricerca interna al sito.
- Nella quarta colonna trovi la percentuale di uscite dalla ricerca, ossia quanti utenti hanno deciso di abbandonare il sito dopo una ricerca (a quanto pare, non soddisfacente!).
- Nella quinta colonna trovi la percentuale di perfezionamento della ricerca. È il valore medio delle volte in cui una ricerca è stata poi modificata (ossia, perfezionata).
- Nella sesta colonna trovi il tempo dopo la ricerca, cioè quanto tempo sono rimasti I visitatori dopo aver svolto una ricerca interna al sito.
- Nell’ultima colonna trovi la profondità media della ricerca. Questo numero indica quante pagine sono state visualizzate dopo aver svolto una ricerca interna al sito.
A cosa ti servono questi dati? Come abbiamo già detto, grazie a questi puoi scoprire quali sono i termini di ricerca che un utente utilizza più spesso all’interno del tuo sito. Di conseguenza, puoi capire se i contenuti sono idonei (quanti cliccano sul risultato della ricerca?) o se è necessario sviare verso nuove keyword. Inoltre, puoi facilmente comprendere quali sono le parole chiave più gettonate e puntare l’attenzione dei tuoi testi su quelle.
Ovviamente, i tassi a cui devi far particolare riferimento sono quelli relativi alla percentuale di uscita dalla ricerca e le visualizzazioni di pagina/ricerca (con la relativa durata). Come interpretarli? Un’alta percentuale di uscita ti dovrebbe far venire un campanello di allarme perché potresti avere lacune all’interno del sito o della pagina a cui ti riferisci (argomenti relativi l’attività che svolgi e non trattati minimamente o trattati superficialmente). D’altro canto, un alto valore delle visualizzazioni potrebbe indicare che stai lavorando bene, ossia che un visitatore ricerca un determinato termine e trova la risposta di cui necessitava. Una durata di permanenza elevata ne è una seconda prova.
#6 - L’efficacia delle pagine
In un articolo che si concentra sulle funzionalità di Google Analytics non poteva mancare un riferimento alla sezione dedicata alle pagine. Come ben saprai, è fondamentale conoscere l’andamento di una determinata pagina del sito per comprendere se sta funzionando bene (ossia, se genera conversioni) o se sia il caso di aggiornarla con nuovi contenuti. È per questo che Google Analytics si concentra anche sul traffico in una pagina. Come arrivare a questa sezione?
Comportamento > Contenuti del sito > Tutte le pagine.
Cosa ti appare davanti a questo punto? Prima di tutto avrai un grafico raffigurante l’andamento delle visualizzazioni delle pagine (ossia il numero totale delle pagine visualizzate). Puoi facilmente aprire la finestrella accanto a questo termine per modificare il valore a cui fai riferimento: puoi, infatti, visualizzare la percentuale d’uscita da una pagina, degli accessi, della frequenza di rimbalzo, la durata della permanenza di un visitatore sul sito, il valore della pagina (lo potrai constatare solo se hai inserito un valore specifico in termini di denaro ad ogni pagina).
Ma il punto focale sul quale dovrai concentrarti, secondo me, è la tabella che si trova sotto il grafico. Sulla destra trovi le pagine più visualizzate, ossia quelle che, probabilmente, attirano maggiormente l’attenzione dell’utente da ricerca organica, sponsorizzata o diretta. Nelle colonne, come sempre, trovi le caratteristiche che ti venivano mostrate anche nel grafico.
A questo proposito, ti consiglio di puntare l’attenzione sulla stima del tempo medio che un utente spende in una determinata pagina (saprai così se devi affinare i contenuti, nel caso questo numero sia basso) e la percentuale di uscita: quanti escono da una pagina senza produrre conversioni perché non hanno trovato quello che cercavano? Ti assicuro che questo strumento ti sarà utilissimo, non solo per capire se la tua strategia di content marketing sta producendo risultati concreti, ma anche per riuscire ad intuire in modo facile e veloce quale pagina risulta efficace al raggiungimento dell’obiettivo. Di conseguenza, potrai definire le caratteristiche che la rendono così gettonata e riproporle anche nelle altre pagine.
Se vuoi continuare il tuo percorso in questo senso, puoi scegliere anche l’opzione, presente sempre sulla sinistra, riguardante il dettaglio contenuto: non verranno più prese in considerazione le pagine, bensì le categorie che attirano il maggior numero di visitatori. Perché anche questo dato è importante? Molto semplicemente perché ti permette di capire quali sono le sezioni che interessano maggiormente il tuo pubblico. Sulla base di questo, potrai improntare il tuo piano editoriale e, di conseguenza, gli articoli presenti nel blog aziendale.
Ho deciso di intitolare questo paragrafo in questo modo (“Qual è l’ora X del tuo sito?”), forse un po’ enigmatico, perché tra i dati che Google Analytics è in grado di mostrarti ne rientra un altro molto importante. Si tratta della fascia oraria in cui gli utenti sono più attivi all’interno del tuo sito.
Perché dovrebbe interessarti? Lo so che l’hai pensato! E, come sempre, sono qui per risponderti: qual è l’orario giusto per pubblicare gli aggiornamenti dei contenuti sulla tua piattaforma online? Non lo sai? Grazie a Google Analytics potrai scoprirlo. È un dato da non sottovalutare per fare in modo che la maggior parte dei tuoi potenziali clienti sia presente quando tu pubblichi qualcosa di nuovo. È un po’ quello che succede, per esempio, ai musicisti ambulanti davanti al Colosseo: secondo te c’è più probabilità che tutt’attorno ci sia un pubblico più ampio ad ascoltarli (e a offrire loro una monetina) a mezzogiorno o a mezzanotte? Per il tuo sito vale esattamente lo stesso discorso. La risposta potrebbe apparirti scontata (in tarda mattinata, nel pomeriggio o subito dopo cena), ma, credimi, non lo è. Facciamo un esempio banalissimo, che spero però riesca a offrirti qualche spunto di riflessione: gestisci un’attività che vende medicinali contro il raffreddore. Un uomo rientra a casa dal lavoro bagnato fradicio perché fuori piove e non aveva l’ombrello con sé, cena e si mette a letto. Mentre è sdraiato, si rende conto di avere il naso tappato e di non riuscire a respirare bene. È, quindi, probabile che, se deve cercare informazioni online riguardo l’acquisto di medicinali contro il raffreddore, lo faccia proprio nel bel mezzo della notte: prima di tutto perché vuole trovare il prima possibile una soluzione (il giorno dopo sarà pronto a raggiungere la tua farmacia!); in secondo luogo perché non riesce a dormire e, di conseguenza, non ha nient’altro da fare.
A questo punto sarai curioso di sapere qual è l’ora X della tua azienda, vero? Niente di più semplice. Entra su Google Analytics e approfondisci ciò che si trova nella homepage. Al suo interno non solo troverai il numero di utenti, la frequenza di rimbalzo, la durata della sessione e il valore delle sessioni in un dato periodo di tempo, ma anche una tabella dal titolo “Quando ti visitano gli utenti?”. Spiegata attraverso colori – più chiari se indicano un minor traffico, più intensi se il numero di utenti è maggiore –, questa tabella è fondamentale per capire non solo quando pubblicare i tuoi contenuti, ma ti danno anche un’indicazione generale su quando realizzare i post sui vari Social Network. E, soprattutto, puoi decidere tu il periodo di riferimento su cui poi svolgerai un’analisi più approfondita.

Ovviamente, se dall’analisi risulta che sul tuo sito c’è maggior traffico il mercoledì dalle 12 alle 15, è opportuno che tu aggiorni i contenuti prima delle 12, così da rendere la piattaforma ottimale all’arrivo della massa degli utenti. In questo modo li accoglierai con contenuti nuovi e loro saranno invogliati a conoscerti meglio.
Finora abbiamo visto le più svariate funzionalità di Google Analytics. Ora ne vediamo un’altra, che tratterò in modo un po’ più generico, non perché non sia importanti (su questo strumento, te ne sarai reso conto anche tu, è tutto fondamentale!), ma perché altrimenti dovrei trattenerti ancora qualche ora. E non è mia intenzione farlo.
Sapevi che grazie a Google Analytics puoi esaminare il tuo funnel d’acquisizione? Ok, ricominciamo: cos’è un funnel d’acquisizione? Trovi un paragrafo esplicativo nel nostro articolo dedicato alla lead generation, ma ti farò comunque un riassunto molto breve. Si tratta del processo di canalizzazione di un utente che entra in un sito per farlo arrivare all’acquisto. Saprai anche tu, sicuramente, che non tutti coloro che entrano sulla tua piattaforma online sono pronti per l’acquisto. Alcuni ricercano informazioni, altri hanno bisogno di essere convinti. È proprio su questo che si basa il piano editoriale perfetto per i contenuti – testuali e non – di un sito. Ecco, questo processo normalmente viene visualizzato tramite un imbuto. Nella parte più estesa si trova la moltitudine di coloro che visitano il tuo sito per carpire informazioni; più avanti ci sono coloro ancora indecisi ma un po’ più informati. Nel foro, proprio ad un passo dalla vendita ma in uno spazio decisamente ristretto, si trovano invece coloro che sono convinti e arrivano da te solo per acquistare. Il funnel d’acquisizione, in poche parole, ti serve a creare contenuti idonei a portarti ad un aumento delle visite non solo relativo al punto finale dell’imbuto, ma anche al resto degli utenti.
Ecco, Google Analytics è in grado di mostrarti qual è il processo di canalizzazione che svolgono gli utenti del tuo sito. Per riuscire a visualizzare il funnel d’acquisizione per la tua attività clicca su:
Conversioni > Obiettivi > Visualizzazione Canalizzazione.
Prima di fare ciò, è bene che tu sappia che questa sezione si basa sugli obiettivi. Senza un obiettivo prefissato, non riuscirai a stimare se il tuo processo di canalizzazione (e, di conseguenza, la tua strategia di web marketing) è efficace e in che misura.

Una volta giunto su questa pagina, noterai la rappresentazione visiva di come si presenta la canalizzazione di vendita. Sempre sulla sinistra, puoi cliccare sull’opzione flusso obiettivo, ancora più specifica: ti indica, infatti, a che punto della canalizzazione si trova la maggior parte dei visitatori del tuo sito quando entra, quanti rimangono e vengono portati fino in fondo all’imbuto e quanti, invece, se ne vanno. Insomma, grazie a questa funzione potrai avere una visuale completa del lavoro che stai svolgendo.
In conclusione
In questo articolo abbiamo conosciuto più da vicino il mondo di Google Analytics. La prima cosa da fare quando si cerca di entrare in quest’enorme dimensione è intuirne l’importanza: tenere monitorato ciò che funziona e ciò che non produce risultati nel tuo sito è fondamentale! Nel corso del post abbiamo conosciuto diverse funzionalità di questo tool a cui puoi prendere parte: puoi conoscere i tuoi utenti, sapere in che fascia d’età rientrano e quali sono i suoi interessi; inoltre, sapere se si connettono principalmente da desktop o da smartphone è fattore indispensabile per capire se il tuo sito è, effettivamente, “mobile-friendly”. Un altro elemento che puoi analizzare grazie a Google Analytics si riferisce alle pagine e alle categorie più visualizzate e ricercate: in questo modo puoi controllate le tematiche più gettonate fra il tuo pubblico. A proposito di contenuti, vuoi conoscere l’ora X per il tuo sito, ossia quella fascia oraria in cui c’è maggior traffico? Con Google Analytics hai la possibilità di conoscere il momento in cui è presente un gran numero di utenti e sfruttarlo a tuo favore. Infine, ti ho mostrato un modo efficace per visualizzare il processo di canalizzazione dell’utente verso l’obiettivo.
Il mio obiettivo, come descritto all’inizio dell’articolo, era quello di farti diventare autonomo nei confronti di questo importante tool. Spero di esserci riuscito. Ovviamente, è difficile condensare in 5.000 parole tutto il mondo di Google Analytics, ma conoscere quantomeno le funzioni più utili per il tuo sito è già un bel passo avanti. Come si suol dire, c’è sempre da imparare! Se non te la senti di affrontare da solo questo percorso su Google Analytics, contattaci direttamente. Siamo qui per questo. Clicca qui e parliamo di come far crescere il tuo progetto.

C.E.O. di NetStrategy. Appassionato di digital marketing con forte propensione all’analisi quantitativa dei dati, ha dato vita al cuore digitale di NetStrategy® nel lontano 2009. Alla passione e alle competenze maturate sul campo nell’ambito del search marketing, Stefano può accostare una formazione specifica di marketing strategico, acquisita nel M.Sc. in Marketing Management all’Università Bocconi e nella pregressa esperienza presso Microsoft Italia.
Oltre 10 anni di esperienza. Più di 25 professionisti in organico. Scopri cosa possiamo fare per te:
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