#1 Le entrate
Partiamo del presupposto che, qualunque sia l’obiettivo di un’azienda, l’ambizione e il sogno finali sono rivolti, ovviamente, a un incremento delle entrate. Almeno che tu non sia un’associazione senza scopo di lucro, infatti, il fine primario della tua attività è quello di crescere, sia in termini di brand awareness, sia in termini economici, di fatturato. Se prima e dopo l’avvio della tua strategia di marketing non noti differenze nel numero di vendite e, di conseguenza, nelle entrate, forse c’è qualcosa che non va, non credi? Per capire se un’attività di marketing crea valore alla tua azienda è importante confrontare i numeri prima e dopo l’avvio della campagna.
Facciamo un esempio per rendere tutto più chiaro. Gestisci un eCommerce che vende souvenir di tutte le città italiane. A partire da gennaio, con lo scopo di incrementare il fatturato, hai deciso di dare il via ad azioni di marketing per sviluppare, nell’arco della stagione, le vendite nel tuo eCommerce: hai aperto un sito e realizzato una serie di campagne di Google Advertising e Facebook Ads. A questo punto, ti ritrovi a ottobre e scopri che le entrate sono state pari a 120.000 euro, contro quelle dell’anno precedente, che erano state pari a 100.000. Ora, a primo impatto, può sembrare un incremento non da poco, ma devi considerare questo importo anche sulla base di ciò che hai speso per le tue campagne: se le spese di marketing sono state pari a 30.000 euro, non puoi considerare la tua strategia di successo. E, probabilmente, sarebbe stato opportuno notare questo già all’inizio, a marzo o aprile, per poter fare dietrofront e cambiare canale. È per questo che è un’indagine che va svolta in modo puntiglioso e non superficiale e, soprattutto, in modo costante!
Sulla base di ciò che abbiamo detto, è opportuno guardare alle entrate della tua azienda da diversi punti di vista. È per questo che devi tenere conto almeno dei seguenti criteri:
- ogni campagna di marketing rappresenta, volenti o nolenti, un investimento per la tua azienda, in quanto i risultati, per quanto la tua strategia possa essere accurata, non sono assicurati. È per questo che il tuo obiettivo finale dev’essere quello di arrivare a un return on investiment (ROI) positivo, ossia a ricoprire appieno le spese di investimento, e, ovviamente, andare oltre. È necessario, quindi, misurare l'importo speso per ciascuna campagna, rispetto all'ammontare delle vendite che ognuna delle campagne aperte è riuscita a portare: quale delle campagne non ha ricoperto l’investimento e, di conseguenza, risulta inefficace per la tua azienda?
- Costo per vendita. Quando un potenziale cliente, per mezzo delle tue strategie di marketing, riesce a essere trasformato in cliente, valuti quanto ti sia costata tale vendita? Se per una campagna di Google AdWords spendi 100 euro giornalieri e questi ti portano, in tutto, due clienti che ti portano un guadagno di 200 euro, chiediti: quanto mi sono costate queste vendite, a livello di costi di produzione e di marketing? Quanto sarà il mio margine complessivo per queste vendite?
- Costo per lead. Nel caso del marketing online, ovviamente, è bene tenere monitorato anche il costo per ogni conversione da utente a potenziale cliente. Infatti, il tuo Team Marketing potrebbe riuscire ad attrarre numerosi lead di qualità, ma se il costo di quest’operazione risulta particolarmente elevato, sei davvero sicuro che possa rappresentare un beneficio per la tua attività? Ossia, se ottenere ogni singolo lead ti costa un centinaio di euro e ognuno di questi spende 120 euro, sei sicuro che, effettivamente, il gioco valga la candela? Ricorda che il tuo obiettivo è quello di creare valore per l'azienda, generare liquidità e cash flow positivi, non assorbire risorse finanziarie.
#2 Il tasso di conversione
Se hai deciso di puntare tutto sull’Inbound Marketing, un’altra metrica che ti può interessare per misurare i risultati della tua attività di marketing riguarda il tasso di conversione. Puoi riprenderlo facilmente su Google Analytics, che di questo nostro percorso rappresenta il miglior compagno d’avventura.
Cos’è il tasso di conversione? Con questa terminologia si intende, la percentuale che rappresenta il rapporto tra coloro che compilano il form di contatto e coloro che entrano nella tua piattaforma online. Per esempio, se il numero di coloro che entrano nel tuo sito è pari a 100 e coloro che compilano il form sono 10, questo tasso sarà pari al 10%. Si tratta, quindi, di monitorare l’efficacia dell’attività di marketing preposta alla Lead Generation, ossia alla generazione di potenziali clienti.
Il tasso di conversione si può riferire anche ad altri obiettivi specifici che l’azienda si prefissa, a seconda delle proprie esigenze: iscrizione alla newsletter, il numero di vendite, l’efficacia di una pagina, che dev’essere maggiormente visualizzata rispetto a tutte le altre presenti nel sito. Insomma, il tasso di conversione può anche corrispondere a molteplici obiettivi, a seconda di quello che la tua azienda si è prefissata. È per questo che è fondamentale conoscere con certezza a quanto ammonta questa percentuale per valutare se il canale di marketing sta generando conversioni e, quindi, raggiungendo gli scopi che l’azienda aveva inserito nel suo piano di marketing.
Grazie al tasso di conversione che ti presenta Google Analytics, puoi capire da che canale proviene la maggior parte delle conversioni e, di conseguenza, quale rappresenta la maggiore efficacia per la tua attività. Se ti stai muovendo su diversi canali di web marketing e vuoi capire qual è quello che ti rende di più a parità di investimento, per la determinazione di una prima panoramica, ti basterà capire quanti clienti ti porta ognuno di questi canali.
Ritorniamo al nostro esempio del negozio eCommerce di souvenir. Dopo una stagione di prova, decidi di affidarti a un unico modo di fare marketing per la tua attività: Facebook Ads o Google Ads, per quale optare? È a questo punto che entra in gioco il tasso di conversione, che ti indica che la maggior parte dei tuoi potenziali clienti è arrivata dal primo canale. Solo una minima parte, invece, è arrivata da Google Ads. Sulla base di questa metrica, puoi facilmente intuire quanto denaro puoi destinare, a seconda della loro efficacia sulla tua attività, a ogni campagna. Ricorda, comunque, che il tasso di conversione non è una metrica univoca: come vedremo in seguito più nel concreto, per valutare a fondo una strategia è importante disporre di più elementi e non basarsi su un’unica metrica.
#3 Il traffico sul sito
Soprattutto se hai attivato una strategia che riguarda l’indicizzazione SEO, con relativa ricerca delle parole chiave per le quali posizionare il tuo sito, e il content marketing, ti sarà utile sapere se sei riuscito a incrementare il traffico nel tuo sito. Questa metrica, infatti, è importante non tanto dal punto di vista del fatturato, quanto per capire se stai ottenendo i risultati in cui speravi quando hai compilato il piano di marketing.
Permettendo che quella dell’ottimizzazione SEO è una strategia a medio-lungo termine e che, quindi, difficilmente darà risultati concreti nel giro di poche settimane, puoi constatare quanti utenti, soprattutto se “nuovi” (che non erano mai atterrati sulla tua piattaforma online), entrano nel tuo sito. Questi dati li puoi trovare su Google Analytics, con i quali puoi anche mettere a confronto la situazione prima e dopo l’avvio della strategia di inbound marketing.
Inoltre, per gli stessi motivi, è importante anche capire quali sono le pagine più visualizzate, nell’ottica di capire se gli articoli che stai scrivendo per il blog attirano l’attenzione dell’utente o è meglio cambiare il modo di esporsi o gli argomenti.
Infine, con l’obiettivo di constatare l’andamento del sito della tua attività, puoi valutare anche la permanenza degli utenti al suo interno: quanto rimangono? Scappano via subito o, quando entrano, girano più e più pagine? Si tratta di dati fondamentali per capire se la tua attività di marketing dà valore all’azienda e, di conseguenza, ti porta ad avere maggiore visibilità online e a richiamare una nuova fetta di mercato, o non sta funzionando a sufficienza. In questo caso parliamo di sequenza di rimbalzo.
Se i valori risultano decisamente bassi anche a distanza di mesi, è importante porsi delle domande: sono riuscito a posizionare il mio sito per le keyword giuste? Ho svolto con cura l’intera attività di ottimizzazione? Se la risposta a questi quesiti è affermativa, a questo punto, forse, è il caso di dare una maggiore spinta all’afflusso di visitatori nel sito e di optare per campagne a pagamento. Si tratta di campagne sicuramente più costose, ma che, se svolte con accuratezza, riescono a portare risultati immediati.
#4 La qualità del lead
Partiamo dal presupposto che un lead “qualificato” è un lead che corrisponde al tuo Buyer Persona, il profilo del tuo cliente ideale. Se ti chiedessero: preferisci ottenere 100 visitatori sul tuo sito o 3 potenziali clienti qualificati? Quasi sicuramente, la seconda opzione ti aggraderebbe di più: a cosa ti serve, infatti, avere a disposizione un centinaio di visitatori, se poi nessuno di questi si mette in contatto con te?
Sulla base di ciò che abbiamo detto, è importante ribadire quanto la qualità del lead sia importante nel processo di vendita: il tuo obiettivo finale non dev’essere quello di portare maggiori visitatori al tuo sito (che non aumentano il tuo fatturato), ma che questi si trasformino in potenziali clienti, affinché tu possa conoscerli meglio e mostrare loro le tue capacità. Per questo motivo, è importante che la tua strategia di marketing ti renda visibile a potenziali clienti che corrispondono al tuo consumatore ideale, quello di cui la tua attività può divenire la risposta alle necessità.
Se noti che la tua attività di marketing ti sta conducendo a tanti visitatori, ma a scarsi potenziali clienti, forse è il caso di rivedere la strategia che stai attuando. Magari hai sbagliato direttamente il canale. Oppure, soprattutto se si tratta di campagne a pagamento, potresti aver sbagliato il bacino d’utenza e le parole chiave di riferimento. In questo caso, è come se attirassi sul tuo sito che vende condizionatori, utenti che vivono in montagna. Ovviamente, si tratta di un esempio molto forzato, ma rende bene l’idea. In ogni caso, se, dopo aver corretto il tiro, il problema persiste e, soprattutto, ricevi telefonate ed email da persone scarsamente qualificate, probabilmente sono i contenuti del sito a portare fuori strada l’utente e, di conseguenza, devi rivederli e renderli più chiari.