Link building: cos’è? Ecco 4 tattiche per ottenere link!

Vuoi incrementare il traffico di visitatori che arrivano al tuo sito? 

Stai già svolgendo attività di SEO on-page ma il posizionamento delle tue pagine non è ancora elevato

Come puoi dare un’ulteriore spinta alla strategia di SEO che stai applicando, affinché ti permetta di raggiungere risultati duraturi nel tempo?

Forse è giunto il momento di applicare una strategia di link building, fondamentale per aumentare l’autorevolezza del tuo dominio online e rendere il tuo sito (e la tua attività imprenditoriale) credibile e riconoscibile sul Web. Di cosa si tratta e perché è così importante? In questo articolo studiamo come realizzare una strategia di link building efficace, volta a migliorare il posizionamento del sito e a incrementare così il numero di visite e di potenziali clienti

Vuoi incrementare il traffico di visitatori che arrivano al tuo sito? 

Stai già svolgendo attività di SEO on-page ma il posizionamento delle tue pagine non è ancora elevato

Come puoi dare un’ulteriore spinta alla strategia di SEO che stai applicando, affinché ti permetta di raggiungere risultati duraturi nel tempo?

Forse è giunto il momento di applicare una strategia di link building, fondamentale per aumentare l’autorevolezza del tuo dominio online e rendere il tuo sito (e la tua attività imprenditoriale) credibile e riconoscibile sul Web. Di cosa si tratta e perché è così importante? In questo articolo studiamo come realizzare una strategia di link building efficace, volta a migliorare il posizionamento del sito e a incrementare così il numero di visite e di potenziali clienti

Contenuti in breve:

Cos'è la link building?

“La link building rientra tra le attività strategiche off-site della SEO (Search Engine Optimization) e racchiude tutte quelle azioni volte a ottenere nuovi link in ingresso, ossia provenienti da altri domini, di qualità.”

Perché è importante ottenere link dall’esterno?

Oltre a considerare la qualità dei contenuti (testuali e multimediali) presenti nelle pagine del nostro sito, per scegliere come posizionarci Google fa riferimento anche alla presenza di link in ingresso e alla loro autorevolezza. Questi link fungono da “referenza” per il nostro sito. Per questo, se un dominio che ci linka è considerato “credibile” e autorevole da Google, è probabile che il nostro sito ne beneficerà in termini di ranking e di visite. Se, invece, il nostro sito non viene linkato o è linkato da siti penalizzati o non ottimizzati, ciò potrebbe comportare un rischio di penalizzazione da parte del motore di ricerca.

È fondamentale quindi considerare non solo il numero di link che arrivano al nostro sito, ma anche la loro qualità. Per questo, possiamo distinguere i backlink per la SEO tra link naturali e artificiali.

Hai già qualche domanda?

Prosegui la lettura. Ma se non vedi l’ora di chiacchierare con noi, raccontaci qual è il tuo progetto.

Quali sono i link artificiali?

Vengono definiti “link artificiali” tutti quei backlink realizzati per “ingannare” il motore di ricerca per favorire il posizionamento organico del sito.

Per esempio:

  • Il sito di ricette che linka un dominio dedicato alle automobili;
  • Un backlink proveniente da siti pieni di link spammosi (directory).

In che modo Google riesce a comprendere la qualità di un backlink e, quindi, se si tratta di un link naturale o artificiale? Lo fa grazie a un algoritmo che è stato definito “Google Penguin”. 

Cos'è il Penguin?

Il 24 aprile 2012 veniva annunciato l’arrivo di Google Penguin, un aggiornamento algoritmico che avrebbe cambiato la SEO per sempre. Mentre prima, infatti, abbondavano directory e siti destinati allo SPAM, con Google Penguin il motore di ricerca valutava in maniera massiccia la qualità del backlink. Questo algoritmo, infatti, punta a colpire chi si rende colpevole di black hat SEO.

Con il termine “black hat SEO” ci si riferisce a tutte quelle tecniche utilizzate per migliorare il posizionamento di un sito su Google in modo artificiale, senza seguire le linee guida del motore di ricerca.

Quali sono i criteri di valutazione che Google Penguin adotta?

  • Livello di posizionamento del dominio linkante;
  • L’autorità del dominio linkante;
  • Rilevanza tematica tra il sito che linka e quello che riceve il link;
  • Lingua della risorsa che linka;
  • Il testo di ancoraggio (è presente la parola chiave, il nome del brand, qualche sua caratteristica).

Giunti a questo punto, rispondiamo alla domanda: come fare per dare il via a una strategia di link building che ci permetta di acquisire link in ingresso di elevata qualità? Ecco 4 tattiche che potrai combinare al monitoraggio costante della strategia per mezzo di link audit periodiche.

Broken link building

Per ottenere link che effettivamente migliorino il nostro ranking e che incrementino il flusso di visitatori nel nostro sito, possiamo in primis studiare la broken link building. Si tratta di una tattica white hat, che potremmo tradurre con “eticamente corretta”, destinata all’ottenimento di backlink di qualità. 

La broken link building consiste nel trovare siti ben posizionati in Rete e analizzarli per rilevare eventuali link interrotti (dead o broken link). Se all’interno del nostro sito è presente un articolo o una pagina che può facilmente sostituire il link, possiamo proporci al gestore del sito linkante per far sostituire il link interrotto, affinché punti alle nostre risorse. 

Con questa tecnica, il vantaggio è di entrambe le parti:

  • Dal nostro punto di vista, otteniamo backlink da siti autorevoli;
  • Il sito linkante non ha più link interrotti, che portano per esempio a pagine 404 e che quindi sono viste con sospetto dal motore di ricerca.

Con il giusto approccio, possiamo creare un’efficace campagna di backlink. Al nostro fianco esistono tool specifici che possono esserci d’aiuto nella fase di scansione dei vari siti. Per esempio, Screaming Frog, un programma che funziona come un crawler SEO: tra le tante funzioni, è in grado di identificare link 404 e server errors, dati essenziali per procedere con la link building.

Linking out

In un’efficace strategia di link building non può mancare il concetto di reciprocità: se includiamo nelle nostre pagine link che rimandano ad altri siti, è più facile che questi facciano poi lo stesso con noi. È per questo che nasce la linking out strategy

La linking out strategy prevede la ricerca di siti interessanti per i nostri visitatori da linkare all’interno delle nostre risorse. Si tratterà di link outbound (in uscita) naturali, che il sito linkato accoglierà volentieri. Come “compenso” per questo gesto, deciderà quindi di linkare alle nostre risorse.

Rimandare dunque a pagine con un’alta autorità può avere un forte impatto sulla nostra visibilità online. Siti come Digg, Redditt, Tumblr, che fanno uso di questa pratica hanno milioni di visitatori che ritornano ancora e ancora.

Link building editoriale e link reclamation

L’espressione “link editoriale” racchiude in sé più di un significato. Da un lato ricorda che i link che hanno più valore si trovano nella zona centrale della pagina, quella che viene definita “sezione editoriale”. Infatti, soprattutto a seguito dell’introduzione di Google Penguin, i link contenuti in header, footer o sidebar presentano una “autorevolezza” di molto inferiore e, d’altra parte, gli utenti stessi scelgono di cliccarli meno spesso di quelli contenuti nel cuore del testo. Dall’altro lato, questo termine assume valore soprattutto nell’ambito di una strategia di link building.

La link building editoriale è in una tecnica di acquisizione di backlink che unisce la produzione di contenuti di qualità, interessanti per uno specifico target, e la promozione degli stessi verso siti o blog che si ritengono rilevanti per il particolare argomento o settore del caso.

Congiuntamente a questa tecnica, è possibile dare il via a una strategia di link reclamation

Si tratta di una pratica utile anche per la User Experience: in questo modo, infatti, l’utente che legge un articolo su un sito che cita il nostro marchio non è costretto a fare un copia-incolla del brand o del prodotto su Google per entrare nel nostro sito.

Quali sono i criteri di valutazione che Google Penguin adotta?

  • Livello di posizionamento del dominio linkante;
  • L’autorità del dominio linkante;
  • Rilevanza tematica tra il sito che linka e quello che riceve il link;
  • Lingua della risorsa che linka;
  • Il testo di ancoraggio (è presente la parola chiave, il nome del brand, qualche sua caratteristica).

Giunti a questo punto, rispondiamo alla domanda: come fare per dare il via a una strategia di link building che ci permetta di acquisire link in ingresso di elevata qualità? Ecco 4 tattiche che potrai combinare al monitoraggio costante della strategia per mezzo di link audit periodiche.

Guest blogging

È proprio dal concetto di reciprocità che nasce l’attività di guest blogging

Fare guest blogging significa scrivere e pubblicare articoli per il blog di un altro dominio, richiedendo in cambio un backlink.

l guest blogging è applicabile grazie all’esistenza di blog disposti a ospitare materiale di terzi, attuando uno scambio equo. Attraverso il contributo al settore dei blog, si può accelerare la possibilità di ottenere link e simultaneamente ottenere la citazione del proprio brand.

In conclusione

Dare il via a una strategia di link building significa soddisfare gli algoritmi dei motori di ricerca, amanti dei link in ingresso di qualità, ma anche acquisire numerosi visitatori provenienti da siti terzi. Ciò incide notevolmente sulle performance del nostro sito, permettendoci di raggiungere nuove e importanti opportunità di vendita.

Hai già strutturato la tua strategia di link building? Se necessiti di supporto nella fase di pianificazione e applicazione delle tecniche SEO off-site, non ti preoccupare! Siamo qui per questo! Clicca qui e parliamo di come far crescere il tuo progetto.

Stefano Robbi

Stefano Robbi

C.E.O. di NetStrategy. Appassionato di digital marketing con forte propensione all’analisi quantitativa dei dati, ha dato vita al cuore digitale di NetStrategy® nel lontano 2009. Alla passione e alle competenze maturate sul campo nell’ambito del search marketing, Stefano può accostare una formazione specifica di marketing strategico, acquisita nel M.Sc. in Marketing Management all’Università Bocconi e nella pregressa esperienza presso Microsoft Italia.

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