Un funnel di vendita è una serie di passaggi progettati per guidare i visitatori verso una decisione di acquisto. I passaggi sono composti da asset di marketing che conducono alla vendita, ad esempio landing page ed email.
“Funnel” deriva dall’inglese e significa l’imbuto. Perché viene utilizzato proprio un imbuto per rappresentare il processo di vendita? Proprio come in un imbuto in cui entra molto ed esce poco, molti sono i visitatori che entrano nel tuo sito, ma solo una minima parte di questi arriva poi all'acquisto.
Il funnel di acquisizione rispecchia perfettamente il Buyer’s Journey, ossia il viaggio del consumatore. Ogni utente, infatti, si trova coinvolto in un processo decisionale d’acquisto diviso in più fasi: la consapevolezza, l’interesse, la considerazione, la preferenza, la decisione e, infine, l’acquisto. Il funnel di vendita si inserisce in ogni fase di questo processo, permettendo di mostrare all’utente contenuti e soluzioni a seconda del momento in cui si trovi, che si voglia solo informare o che sia in procinto di acquistare, il funnel di conversione permette a un'azienda di diventare il “personal shopper” del suo potenziale cliente. Grazie allo studio di una strategia di Inbound Marketing che si basi proprio su questo processo, riuscirai a diventare il suo punto di riferimento in tutti gli step e a condurlo con delicatezza verso l’acquisto nella tua azienda.
La rappresentazione grafica di un funnel di vendita potrebbe essere questa:
Il funnel di marketing risulta diviso in 3 macro-categorie:
- TOFU. Sta per “top of the funnel” ed è la fase più ampia. Comprende tutti i visitatori che arrivano al tuo sito e che entrano in contatto con la tua azienda.
- MOFU. È l’abbreviazione di “middle of the funnel” e rappresenta il secondo step del funnel di vendita. In questo caso, il visitatore si sta informando in modo più approfondito.
- BOFU. Il “bottom of the funnel” è la sezione più importante. Il numero di utenti è diminuito ulteriormente, ma alcuni si avvicinano a concretizzare l’acquisto.
Ognuna di queste 3 macro-categorie corrisponde a esigenze e azioni differenti da parte del consumatore. Vediamole assieme in questo grafico:
L’utente che potrebbe essere interessato ai tuoi prodotti viene definito “suspect”. Generalmente, vaga per i social network o per i motori di ricerca, senza compiere azioni concrete. Da “suspect” si passa a “prospects” quando l'utente visualizza i tuoi contenuti ma non ha ancora compiuto nessuna azione specifica. Quando il "prospect" compila un form di contatto, diviene un “lead”, ossia un “potenziale cliente”. Da qui comincia la fase più importante per la tua azienda: quella che ti permette di trasformare un lead in “customer” e, successivamente “advocate”, ovvero cliente e promoter della tua azienda.
Facciamo un esempio. Poniamo il caso che tu gestisca una pizzeria in centro a Verona. Chi sono i tuoi “suspects”? Indubbiamente tutti coloro che, soprattutto verso l’ora di pranzo e l’ora di cena, si aggirano nella zona della tua pizzeria: in pratica, tutti coloro che potrebbero beneficiare dei servizi che offri. Il “suspect”, che di norma non si ferma mai troppo nell’area in quanto è solo di passaggio, può divenire “prospect” se, leggermente affamato, si ferma davanti alla tua pizzeria e legge il menù dall’esterno per capire che tipo di pizze fai e quali sono i tuoi prezzi. A questo punto, può decidere di andarsene o può chiederti ulteriori informazioni, come “Fai anche pizza per celiaci?” o “Siete aperti anche alle 18.30?”. Ecco, queste domande lo fanno divenire un “potenziale cliente”. Inoltre, se tu riuscirai a rispondere appieno alle sue esigenze – fare pizza senza glutine ed essere aperto nel tardo pomeriggio – avrai la quasi assoluta certezza che lui, alle 18.30, entrerà nella tua pizzeria. A questo punto ordinerà e diverrà cliente. Se poi sarà anche particolarmente soddisfatto di ciò che ha mangiato e uscirà con il sorriso, parlerà bene di te ai suoi amici o lascerà una recensione su TripAdvisor, divenendo un promoter della tua attività.
A questo punto, quindi, ordinerà e diverrà cliente. Se poi, addirittura, sarà particolarmente soddisfatto di ciò che ha mangiato e uscirà con il sorriso, parlerà bene di te ai suoi amici o lascerà una recensione su TripAdvisor, divenendo un promoter della tua attività.
Ma come cambierebbe questo processo se tu gestissi una pizzeria a domicilio in cui si può prenotare online? Il suspect, in questo caso, potrebbe essere qualunque utente della zona in cui operi – poniamo caso, Verona –, che, ovviamente, ama la pizza. Quando un suspect diventerebbe prospect? Probabilmente quando, una volta tornato a casa dal lavoro, non ha voglia di cucinare e desidera solo mettersi un pigiama e sdraiarsi sul divano. A questo punto, cerca su Google se ci sono pizzerie a domicilio nella zona. Trova la tua. Da prospect, diventa lead quando intraprende un’azione concreta per ricevere informazioni specifiche: ti invia un messaggio tramite WhatsApp Business per ricevere il PDF del menù. A questo punto, una volta accertato che tu puoi fare al caso suo, torna sul tuo sito e ordina: è diventato un “customer”!
Tutto questo processo può avvenire nel giro di pochi minuti, così come nel giro di settimane o, addirittura, mesi. È per questo che devi cercare di solleticare continuamente la curiosità dell’utente: è difficile, infatti, pretendere che un consumatore possa ricordare la tua attività a distanza di mesi sena i giusti input.
Il conversion funnel è il fondamento della strategia di Inbound Marketing: con questo metodo, è possibile farsi trovare come risposta ad un'esigenza dell'utente, ovunque lui si trovi e in qualsiasi stadio del processo decisionale sia. Vuoi approfondire l'argomento? Non perderti le 2 guide di seguito: