Ottimizzazione Siti Web per i motori di ricerca: la guida NetStrategy

Desideri ottenere massima visibilità su Google, incrementando così il traffico sul tuo sito? Vuoi battere la concorrenza online?

Sei nel posto giusto! In questo articolo trovi una guida semplice e chiara su come ottimizzare i siti web, che ti consentirà di acquisire le conoscenze di base per ottenere la #1 posizione sui motori di ricerca.

Lo abbiamo già detto diverse volte, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: un sito web, per quanto graficamente accattivante, non riuscirà a diventare uno strumento efficace per la tua azienda se non sarà visibile sui motori di ricerca. È proprio per questo che è necessario applicare specifiche tecniche per fare in modo che il tuo sito venga considerato “di qualità” da questi canali e ottenga un posizionamento elevato.

Contenuti in breve:

Cosa significa ottimizzare un sito web?

Prima di entrare nel dettaglio e capire cosa puoi fare per rendere visibile il tuo sito web su Google e gli altri motori di ricerca, è bene specificare il significato di “ottimizzazione di un sito web”. Soprattutto negli ultimi anni, questo termine si è diffuso a macchia d’olio. Se questo da un lato ti permette di accedere a molteplici informazioni, d’altro lato non tutte queste risultano corrette ed è necessario considerare solo quelle di chi si occupa quotidianamente di questa pratica.

Ottimizzare un sito web significa prima di tutto seguire delle regole. Se sei un ribelle di natura, potrebbe non essere facile per te perseguire questa strategia: la SEO – Search Engine Optimization –, così come essa viene definita, comprende infatti una serie di tattiche volte a incrementare il ranking (posizionamento) di un sito sui motori di ricerca: queste tecniche si basano principalmente sugli algoritmi dei motori di ricerca, ossia quei “requisiti” che essi perseguono per stabilire se un sito può essere considerato di qualità o meno e quindi per stabilirne il posizionamento.

Qual è la difficoltà maggiore di fare SEO? Sicuramente, il fatto che questa strategia si basa principalmente di regole non scritte e nemmeno dette. Nessuno, a parte chi lavora all’interno dei motori di ricerca, sa esattamente in che modo agiscono gli algoritmi di cui essi si compongono. Oltretutto, come se non bastasse, Google e gli altri motori di ricerca si divertono a cambiare periodicamente le carte in tavola: gli aggiornamenti algoritmici sono indubbiamente l’incubo peggiore per i SEO Specialist e tutti coloro che, con impegno e dedizione, danno via a strategie per ottimizzare i siti web.

Avrai dunque capito cosa significa fare SEO e perché è così difficile. Tuttavia, potrebbe sfuggirti ora il motivo per cui è così importante ottimizzare il tuo sito web: tutta la fatica fatta per seguire questa strategia con attenzione e costanza viene indubbiamente ripagata. La SEO ti permette infatti di farti trovare esattamente nel momento in cui un utente manifesta una problematica. Prova a immaginare, infatti, di vendere gioielli e di riuscire a ottenere la #1 posizione alla ricerca della parola chiave “gioielli da donna”: otterresti massima visibilità di fronte a una moltitudine di donne alla ricerca di nuovi gioielli, raggiungendo così nuovi potenziali clienti. Come se non bastasse, essere in #1 posizione ti permette di scalciare i tuoi competitor, facendo perdere loro una buona fetta di visibilità su Google che andrà di conseguenza a favore del tuo business.

Un esempio di cosa puoi fare con la SEO? Prova a cercare “meta title meta description” su Google: NetStrategy apparirà in #1 posizione su quasi 150.000.000 di risultati:

sito web ottimizzato

Vuoi ottenere lo stesso risultato? Continua nella lettura di questa guida. Se non ti senti ancora pronto ad affrontare i prossimi step, non ti preoccupare! Abbiamo pensato ad alcuni articoli destinati proprio a te:

In alternativa, puoi guardare anche questo video:

Detto ciò, cominciamo ad addentrarci nel tanto complesso quanto affascinante mondo della SEO.

Hai già qualche domanda?

Prosegui la lettura. Ma se non vedi l’ora di chiacchierare con noi, raccontaci qual è il tuo progetto.

#1 SEO tecnica: i requisiti per avere un buon sito

Lancio una provocazione: quasi sicuramente il tuo sito non sarà pronto fin da subito per risultare ottimizzato sui motori di ricerca. Non ti preoccupare, comunque: è normale, in quanto il web developer medio sa perfettamente come programmare un sito e come aggiungerne molteplici funzionalità, ma non ha competenze approfondite lato SEO. È per questo che, normalmente, a offrirti una panoramica completa del tuo sito riguardo eventuali problematiche tecniche è il SEO Specialist o SEO Consultant, a seconda della figura a cui ti stai rivolgendo.

Come funziona il motore di ricerca?

Prima di tutto è bene avere ben chiari gli step che compie un motore di ricerca sul tuo sito per comprendere se può essere considerato di qualità o meno e, quindi, quale posizionamento offrirgli:

  • I robot – spider – del motore di ricerca compiono un’analisi del sito, che viene definita “crawling”;
  • Il materiale ottenuto viene indicizzato, ossia reso presente sul motore di ricerca;
  • Vi è la fase di posizionamento, che viene appunto definita “ranking”, per una determinata parola chiave.

Una volta chiarito, in modo molto generico, come lavorano gli spider dei motori di ricerca e come quest’ultimo decida in quale posizione inserirti, arriverà il momento di controllare che i requisiti tecnici siano soddisfatti appieno. Di seguito trovi i principali elementi da prendere in considerazione in questa prima fase di lavoro per l’ottimizzazione del sito.

Robots.txt

La cosa più importante da fare quando sei all’inizio del tuo percorso è quella di riuscire a rendere le pagine del tuo sito visualizzabili dagli “spider” dei motori di ricerca. Se, infatti, Google non riesce a effettuare l’analisi e, quindi, a indicizzare le tue pagine, non avrai alcuna speranza di apparire sul motore di ricerca e tantomeno di posizionarti bene e di accedere ai benefit della SEO nei siti web. Ciò è possibile creando un robots.txt, un comunissimo file di testo che verrà inserito nella cartella root del tuo sito. Esso funziona come una guida per gli spider che visitano il tuo sito, in quanto da lì riescono a comprendere quali pagine possono visualizzare e quali no (quelle che non vuoi vengano indicizzate e, quindi, appaiano sui motori di ricerca). Non sottovalutare questo documento: un SEO Specialist serio e competente solitamente controlla per prima cosa proprio le informazioni contenute nel tuo robots.txt, per verificare che sia tutto in regola.

Analizzando il tuo robots.txt, potresti scoprire di aver involontariamente bloccato l’accesso agli spider per pagine che vorresti ottenessero un posizionamento. Oppure, potresti scoprire che pagine che per te non risultano così importanti hanno avuto un’indicizzazione.

Sitemap

Abbiamo appena detto che il controllo del robots.txt rappresenta il primo step per l’ottimizzazione SEO. Questo, normalmente, viene seguito dalla creazione di una sitemap. Hai presente l’indice di un libro? Ebbene, la site map funziona esattamente allo stesso modo, presentando agli spider di quali pagine e di che tipo di menu il tuo sito si compone. Si tratta in questo caso di una pagina del sito, che può comunque risultare invisibile agli occhi dell’utente.

A cosa può servire una sitemap quando uno spider è così evoluto da riuscire a ottenere da sé tutte le informazioni? Questo elemento può essere effettivamente considerato “aggiuntivo”. Tuttavia, è bene specificare che aiutare gli spider a comprendere il funzionamento e le caratteristiche del tuo sito può aiutarti a favorire l’indicizzazione delle pagine in tempi particolarmente brevi e, quindi, a dare il via alla tua strategia SEO il prima possibile.

Contenuti duplicati

Dopo aver agevolato il compito degli spider, dovresti verificare di non essere caduto in una delle principali trappole di chi fa SEO a livello amatoriale: i contenuti duplicati. Soprattutto nei casi dei negozi online che rivendono prodotti forniti da altri marchi, è facile constatare come spesso venga utilizzato come descrizione dell’articolo il medesimo testo di quello fornito dal rivenditore. Un esempio?

In questo caso è chiaro come il sole che i seguenti siti web hanno utilizzato un testo già presente sul sito di Unieuro per creare la descrizione del prodotto. Ecco la prova del 9: facciamo un copia-incolla di un paio di righe della descrizione e la inseriamo come ricerca su Google:

Ebbene, se fare copia-incolla può sembrare la cosa più intelligente in termini di tempo, è anche vero che Google valuta assai negativamente i contenuti duplicati. Questi possono essere brani identici presenti all’interno dello stesso sito (per esempio, lo stesso testo per più prodotti Huawei) oppure brani ripresi parola per parola da altri siti. Il motore di ricerca in questi casi penalizza pesantemente quei siti che mancano di “originalità” nei loro contenuti.

Cosa puoi fare se sei incappato in questo errore? Esistono sostanzialmente 2 soluzioni: la più semplice riguarda la creazione di un contenuto completamente originale per la tua pagina o il tuo prodotto, che si discosti da quello già esistente in un’altra pagina o da quello di un sito terzo. In alternativa, puoi utilizzare il “canonical URL” per far capire agli spider di Google quale pagina preferisci ottenga un posizionamento migliore.

Per definire la pagina “canonica”, in modo che sia comprensibile ai motori di ricerca, non ti resta che aggiungere un elemento <link> che contenga il rel=canonical e l’href dell’url all’interno dei tag <head></head> della tua pagina.

Per esempio: <link rel=”canonical” href=https://www.example.com/esempio/.

Allo stesso modo, lo stesso canonical verrà utilizzato per le pagine “minori”, quelle che hanno un contenuto simile alla tua pagina canonica: “www.example.com/esempio2/” avrà come canonical “www.example.com/esempio/”.

Quello del canonical è un piccolo elemento, troppo spesso sottovalutato, ma che può davvero fare la differenza nel tuo business online.

Errori 404

Ti è mai capitato di cliccare su un link e di incappare in un errore 404? Sia lato utente, sia lato SEO non c’è nulla di più fastidioso che attendere il caricamento di una pagina che, in realtà, non esiste. Sì, perché l’errore 404 appare nel momento in cui il client è in grado di comunicare con il server, ma quest’ultimo non riesce a trovare ciò che è stato richiesto.

Quando possono apparire errori 404 relativi al tuo sito? Ecco alcune situazioni:

  • L’utente digita l’URL in modo sbagliato;
  • Hai cancellato un determinato contenuto senza fare il redirect;
  • Hai inserito l’URL sbagliato in un link.

Come puoi renderti conto se, effettivamente, sul tuo sito sono presenti errori 404 ancora prima che il motore di ricerca decida di punirti per questo? Puoi sfruttare la Google Search Console, un tool che il colosso di Mountain View mette a tua disposizione gratuitamente per compiere un’analisi approfondita sul tuo sito. Ti basterà entrare nella console e cercare i cosiddetti “errori di scansione”. Una volta ottenuta la lista, potrai creare dei reindirizzamenti (in inglese “redirect”) ad altre pagine per evitare di deludere sia Google, sia l’utente con gli errori 404.

Meta Title e Meta Description

Qui entriamo in un argomento davvero molto vasto, del quale si potrebbero scrivere articoli interi (e lo abbiamo fatto nel nostro blog post: “Come scrivere meta title e meta description: la guida completa”). I cosiddetti meta tag sono fondamentali sia lato SEO, sia lato utente: da un lato, infatti, aiutano gli spider dei motori di ricerca a comprendere per quale parola chiave vuoi posizionarti; dall’altro lato, invece, mostrano un’anteprima del contenuto della pagina all’utente che ha ricercato una determinata keyword.

Se non ci hai ancora pensato, fallo subito: realizza meta title e meta description per ogni pagina del tuo sito. Difficilmente, infatti, una pagina priva di questi 2 elementi essenziali potrà ottenere un posizionamento elevato, anche se al suo interno sarà composta da contenuti originali e di elevata qualità.

Se desideri conoscere quali pagine del tuo sito non hai ancora ottimizzato per mezzo di meta title e meta description, puoi utilizzare tool specifici. Da NetStrategy, in particolare, siamo soliti sfruttare le potenzialità di Screaming Frog, che compie un’analisi approfondita di ogni URL per comprendere il livello di ottimizzazione SEO del sito. Nel momento della stesura dei meta tag, non dimenticare comunque di tenere ben a mente 2 regole di indubbio valore:

  • L’inserimento della parola chiave per la quale vuoi che quella pagina ottenga ranking;
  • Il limite massimo di caratteri che il motore di ricerca ti mette a disposizione: stiamo parlando di 65 caratteri per il meta title e di 155 caratteri per la meta description.

I link in entrata

Per poter ottenere un posizionamento elevato è necessario acquisire credibilità agli occhi dei motori di ricerca. Normalmente, quando ci si candida a una posizione lavorativa e si vuole dare un senso di fiducia al titolare o al responsabile delle risorse umane, si porta con sé una o più lettere di referenze firmate: avere qualcuno che parli bene di te è un asso nella manica di chi vuole ottenere il posto di lavoro. Ebbene, i motori di ricerca la pensano esattamente così: per poter acquisire autorevolezza davanti ai loro occhi devi fare in modo che altri siti parlino bene della tua azienda o dei tuoi articoli, linkando verso le tue pagine.

Questa branca della SEO viene definita “link building” ed è particolarmente importante perché ti permette di fare in modo che siano gli altri a testimoniare che il tuo sito è di qualità. Ma cosa succede quando colui che fa la referenza per il candidato (per esempio, il suo ex datore di lavoro) non è una persona affidabile? Ovviamente, il nuovo titolare non tiene conto di suddetta referenza o, peggio ancora, ne tiene conto in maniera negativa. Ecco, anche in questo caso è proprio così che si comportano i motori di ricerca.

Ottenere backlink (ossia link in ingresso) da siti poco affidabili è altamente controproducente per il tuo sito, che potrebbe veder svanire i propri sforzi per l’ottimizzazione a causa di una penalizzazione. Per questo motivo è fondamentale controllare periodicamente le performance della propria strategia di acquisizione di backlink per la SEO e, se necessario, intervenire tempestivamente per rimuovere quei link che vengono definiti “dannosi”.

Per svolgere una link audit, ossia un’analisi dei link in entrata, puoi utilizzare ancora la Google Search Console e cliccare su “link”. Qui troverai gli URL che indirizzano verso il tuo sito e potrai stabilire se possono rappresentare o meno un valore aggiunto per te. Durante l’analisi, tieni conto di:

  • Visibilità del sito sui motori di ricerca. Un sito scarsamente ottimizzato quasi sicuramente non influenzerà positivamente il tuo ranking;
  • Pertinenza del sito di partenza con il tuo core business. Un sito di pasticceria che linka un sito di meccanica non verrà considerato dai motori di ricerca.

Una volta stabilito quali backlink possono divenire tossici per la tua strategia di SEO, elimina i collegamenti tramite il tool Disavow, sempre di Google. Qui potrai selezionare il tuo sito e caricare un elenco in formato .txt, all’interno dei quali presenterai tutti i link in ingresso che desideri bloccare.

#2 SEO lato utente: le tattiche per soddisfare i visitatori

È inutile girarci attorno: non basta semplicemente rispettare i requisiti tecnici imposti dai motori di ricerca per potersi dire a posto con la coscienza. La SEO è molto di più e riguarda anche il grado di soddisfazione dell’utente che entra all’interno del sito. Infatti, per poter raggiungere un ranking elevato o mantenerlo nel corso del tempo, devi fare in modo che chi clicca sul tuo risultato non fugga alla velocità della luce. La cosiddetta “User Experience”, ossia l’esperienza che l’utente vive nel momento in cui entra sul tuo sito, ha un’importanza notevole per i motori di ricerca. Per soddisfare i tuoi visitatori dovrai quindi rispettare ulteriori aspetti tecnici.

Velocità di caricamento

A nessuno piace diventare vecchio mentre attende il caricamento della pagina di un sito. Nell’epoca della fibra ottica, del 4G e addirittura del 5G, è impensabile offrire una buona esperienza di navigazione all’utente senza prestare attenzione alla velocità di caricamento del sito.

Esistono diversi tool che ti offrono una panoramica completa sulle prestazioni del tuo sito. Un esempio di questi è messo a disposizione da Google stesso: si tratta di Google PageSpeed Insights, che oltre a fornirti una percentuale riguardo la velocità di caricamento delle tue pagine, ti presenta anche dei consigli per ottimizzarle.

Di seguito puoi trovare alcuni suggerimenti per rendere il tuo sito più performante e, di conseguenza, di maggior qualità agli occhi dei motori di ricerca e dei tuoi visitatori:

  • Riduci le dimensioni delle immagini;
  • Minimizza il numero di redirect;
  • Comprimi le pagine del tuo sito in formato GZip. Successivamente, il browser si occuperà di decomprimere le pagine per presentarle agli utenti;
  • Attiva le cache del browser per le pagine che presentano il medesimo file. In questo modo, per esempio, il logo della tua azienda verrà immagazzinato a livello locale e non dovrà richiedere un nuovo caricamento a ogni cambio di pagina.

Garantendo una maggiore fruibilità del tuo sito, aumenterai la durata di permanenza media del visitatore al suo interno. Ciò si tradurrà nell’acquisizione di una maggiore autorità agli occhi dei motori di ricerca e, allo stesso tempo, nel raggiungimento di un maggior numero di potenziali clienti per la tua azienda, ossia utenti che si metteranno in contatto con te.

Mobile-first

Un numero sempre più nutrito di utenti naviga su internet a partire da dispositivi mobili: tablet e, soprattutto, smartphone. Si tratta di un’abitudine degli ultimi anni, che ha portato a uno sconvolgimento anche all’interno dei motori di ricerca: mentre un tempo chi possedeva un sito doveva prestare la massima attenzione alla visualizzazione da desktop, a fianco a questa, oggi, si unisce quella da mobile, a complicare ulteriormente il tutto. Proprio per ricalcare questo concetto, nel marzo del 2018 Google ha dato il via alla cosiddetta “Mobile-first index”, un’indicizzazione che dà la priorità ai contenuti che prediligono la visualizzazione da smartphone.

È probabile che il web developer a cui hai affidato il progetto della realizzazione del tuo sito, se competente, abbia già provveduto a implementare tutte le accortezze specifiche per renderlo mobile-friendly. Tuttavia, se noti delle problematiche da dispositivo mobile, è bene che tu le risolva il prima possibile: i motori di ricerca, proprio in virtù di questa nuova tendenza da parte degli utenti, hanno deciso di penalizzare chi ancora non si è adeguato e di premiare, invece, chi ha prestato attenzione a questi aspetti, migliorando di conseguenza anche la User Experience.

Come per la velocità di caricamento, anche per la visualizzazione da mobile esistono tool che ti indicano cosa puoi fare in più rispetto a ciò che stai già facendo. Uno di questi è il test mobile-friendly : inserendo l’URL del tuo sito, Google ti fornirà tutti i dati a esso collegato, nonché suggerimenti per migliorarlo ulteriormente.

Architettura intuitiva del sito

Un altro aspetto su cui puntare per l’ottimizzazione del tuo sito riguarda la creazione di una struttura architettonica intuitiva per l’utente. Prova a immaginare di arrivare in una città sconosciuta e di non avere indicazioni o punti di riferimento per arrivare in centro. Ti sentiresti un po’ perso, smarrito, vero? Ecco, secondo i motori di ricerca l’utente che entra nel tuo sito e non riesce a capire dove può trovare le informazioni che cerca si sente esattamente così. E di conseguenza il tuo sito non merita la #1 posizione.

Pensa al tuo sito come al miglior modo per offrire una risposta ai tuoi potenziali clienti e crea un’architettura che consenta una facile navigazione. Questo elemento è così importante (anche se ancora oggi viene spesso lasciato in secondo piano) che, normalmente, i SEO Specialist danno il via alla strategia studiando l’organigramma del sito, ossia la gerarchia del menu di navigazione. In questo modo riescono a incanalare nelle pagine portanti le keyword pertinenti al core business e, allo stesso modo, a rendere più fluida l’esperienza dell’utente al suo interno.

#3 SEO lato content: contenuti di valore e miglior posizionamento

Il content marketing ha un potere elevatissimo. Qualunque sito, anche il più bello e intuitivo, se privo di contenuti difficilmente è in grado di portare risultati: né visitatori a partire dai motori di ricerca, né la conversione di questi in clienti dell’azienda. È per questo che, dopo aver soddisfatto tutti i requisiti tecnici e lato utente, è necessario che tu prosegua la strategia di ottimizzazione attraverso la creazione di contenuti efficaci. Infatti, saprai quasi sicuramente che la SEO prevede obiettivi a lungo termine e risultati duraturi. Tuttavia, per garantirti il raggiungimento dei traguardi prefissati e per far sì che la tua presenza sui motori di ricerca sia davvero rilevante, è fondamentale che tu faccia di più ancora.

Il blog

Quello che è nato come un “diario elettronico”, nel corso del tempo ha assunto sempre un maggior valore, fino a diventare uno strumento indispensabile per ogni tipo di business. È difficile, infatti, pensare di ottenere ranking senza aprire un proprio blog aziendale. Di cosa si tratta e perché è così importante?

Ogni sito si compone (o meglio, si dovrebbe comporre) di una parte statica e di una parte dinamica. Nel primo caso parliamo delle pagine che presentano nel dettaglio i prodotti e i servizi della tua azienda. 

Queste pagine vengono per l’appunto definite “statiche” perché non subiscono modifiche periodiche, se non nel caso di un restyling del sito. Nel caso della parte dinamica del sito, intendiamo specificatamente il blog: si tratta di una sezione in cui vengono continuamente inserite notizie fresche, interessanti e utili per gli utenti.

Tenere un blog è fondamentale per chi vuole fare SEO in modo serio, ma dev’essere un’attività svolta con cognizione di causa. Essa deve prendere il via con un’analisi delle parole chiave SEO per le quali si desidera posizionare la propria azienda. Questo step è indispensabile per fare in modo di incontrare esattamente le domande e le ricerche poste dagli utenti, evitando quindi di camminare alla cieca “nella speranza di riuscire a richiamare la loro attenzione”.

Nel momento in cui comincia l’analisi delle keyword collegate al tuo core business, utilizzando tool specifici come il Keyword Planner di Google Ads, devi tenere in conto specificatamente di:

  • Buyer Persona, ossia il tuo target di riferimento. È fondamentale che tu abbia ben chiaro il tipo di consumatore a cui ti rivolgi per ipotizzare ciò che potrebbe cercare sui motori di ricerca. Per citare un esempio, se vendi cassette per gli attrezzi, dovrai destinare i tuoi sforzi a meccanici e idraulici e non a cuochi e pasticcieri;
  • Volume di ricerca. Stiamo parlando del volume medio di visite mensili di una parola chiave. Forse è il dato più importante di tutti, perché cercare di posizionarsi per una keyword che non presenta un volume di ricerca (ossia non viene cercata dall’utente) significa investire tempo e denaro in un’attività che non produrrà mai frutto. I tuoi contenuti, per quanto belli possano essere, non verranno visti dal consumatore;
  • Livello di concorrenza. Anche se chi dà il via a una strategia di content marketing di qualità non deve temere troppo i competitor (con l’andare del tempo riuscirà a emergere), ma è comunque importante, soprattutto all’inizio, optare per keyword che non presentano un numero elevato di risultati già posizionati. Come puoi constatare qual è il livello di concorrenza medio? Il metodo più semplice è quello di digitare la parola chiave su Google e prestare attenzione alla dicitura “Circa …. risultati”.

Per non lasciarti a mani vuote, ti offro un esempio pratico di come funziona la SEO lato contenuti.

Nella creazione di un vecchio piano editoriale per NetStrategy, avevamo pensato di posizionarci per parole chiave inerenti alla SEO. Dopo aver stilato una lista di parole chiave che il nostro Buyer Persona – il titolare di un’azienda già sviluppata che vorrebbe avere visibilità anche online – avrebbe potuto ricercare, avevamo provato a inserirle, una a una, sul Keyword Planner. In questo modo avremmo potuto constatare se avevano volume di ricerca e, nel caso in cui non fossero ricercate, avremmo ricevuto i suggerimenti da parte del motore di ricerca per riuscire a trovarne di simili, ma con un volume di ricerca.

Alla fine avevamo individuato come potenziale parola “SEO Consultant”, che presentava un volume di ricerca pari a 70. Di solito teniamo in considerazione le parole chiave che partono da un volume di ricerca pari a 50:

Dopo aver individuato il Buyer Persona e la keyword, avevamo quindi ricercato il livello di concorrenza:

Questo numero si presentava particolarmente elevato (di solito optiamo per keyword con un numero di risultati al di sotto del milione), ma dopo aver letto gli articoli dei nostri competitor e aver pensato a nuove idee per creare un post blog di maggior qualità, avevamo quindi pensato di lanciarci in questa sfida. Il resto è storia: basta cercare “SEO Consultant” su Google.

Solamente improntando una strategia di blog marketing che tenga conto di tutti gli aspetti sopracitati è possibile arrivare a raggiungere la tanto agognata #1 posizione per un elevato numero di parole chiave. Il blog permette, infatti, di essere visibile per una serie particolarmente ampia di keyword, per le quali difficilmente si potrebbe apparire solamente con le pagine statiche.

Desideri conoscere più approfonditamente come scegliere le giuste keyword per la tua azienda? Ecco il video che abbiamo preparato per te:

Contenuti per gli utenti

È bene ricordare quando si parla di content marketing che, anche se il focus dev’essere quello della SEO, tu non stai scrivendo per i motori di ricerca, bensì per gli utenti. Oltre ad attirare nuovi visitatori al sito – traguardo nobile – dovrai infatti successivamente convertirli in potenziali clienti per poter ottenere un tornaconto economico dalla tua strategia per l’ottimizzazione del sito. Questo obiettivo lo potrai raggiungere unicamente tenendo ben presente che il tuo punto di riferimento è sempre il consumatore.

Proprio per ricalcare la mano su questo concetto, da qualche anno a questa parte i motori di ricerca guardano con sospetto a chi cerca di “ingannarli” per poter raggiungere più in fretta la #1 posizione: si tratta di chi continua a ripetere la parola chiave all’interno del testo, anche laddove questa non sia necessaria; si tratta di chi tenta di posizionarsi per keyword troppo simili e di chi inserisce davvero troppi ancoraggi di link ricchi di parole chiave. I motori di ricerca non sono stupidi – penso di avertelo dimostrato più volte nel corso di questo articolo – e comprendono quando un intero sito è costruito su di loro e non sull’utente, che dovrebbe esserne il vero destinatario.

La mia professoressa di lettere delle superiori ripeteva spesso il motto latino “Melius abundare quam deficere”, che in italiano viene brutalmente tradotto con “meglio abbondare che scarseggiare”. Non aveva tutti i torti, se si riferiva alla lunghezza di un tema, ma lato SEO questo motto è da debellare per non incorrere nella cosiddetta over optimization. Evita, quindi, di scrivere articoli rivolti unicamente ai motori di ricerca e concentrati, invece, sul bisogno dell’utente: che cosa vuole trovare nel tuo articolo? Qual è la domanda che l’ha spinto a cercare quella determinata parola chiave? Qual è il suo “mal di pancia”, la sua problematica, quella a cui tu dovrai trovare una soluzione? Prima ancora di cercare il posizionamento SEO, proponi blog post che rappresentino esattamente ciò che tu vorresti trovare se cercassi informazioni su quel determinato argomento.

L'originalità dei contenuti

Un altro aspetto del content marketing che tutti i motori di ricerca considerano particolarmente rivelante riguarda l’originalità dei testi che scrivi. Non stiamo parlando di contenuti duplicati (che abbiamo già approfondito negli scorsi paragrafi), bensì di ciò che i tuoi blog post devono offrire più rispetto a quelli della concorrenza.

È indiscutibile che per ottenere la #1 posizione sulla concorrenza è fondamentale dimostrare di essere i migliori. Per questo motivo, se da un lato buttare l’occhio sui blog post e sulle pagine statiche dei tuoi competitor può aiutarti a comprendere al meglio le loro mosse e i punti su cui si focalizzano, dall’altro lato tu devi offrire qualcosa in più. Punta tutto sull’originalità, su informazioni aggiuntive rispetto a quelle che il consumatore medio può facilmente reperire con una rapida ricerca. Cerca di differenziarti nei contenuti testuali, nello stile e nelle immagini. Solo in questo modo riuscirai a ottenere maggior credibilità agli occhi del consumatore e, allo stesso tempo, dei motori di ricerca.

In conclusione...

In questo articolo abbiamo visto come ottimizzare i siti web: oggigiorno è fondamentale essere presenti in modo attivo ed efficace sui motori di ricerca per richiamare l’attenzione di un pubblico ampio, composto dalle migliaia e migliaia di persone che ogni giorno manifestano problematiche relative al tuo core business.

Per concludere al meglio il nostro blog post, vorrei presentarti la tavola periodica dei fattori SEO realizzata e aggiornata periodicamente da Search Engine Land, che racchiude alcuni dei concetti che abbiamo espresso negli scorsi paragrafi.

In quest’immagine, che viene realizzata sulla base della ben più famosa tavola periodica degli elementi chimici di Mendeleev, vengono messi in evidenza gli aspetti che i motori di ricerca considerano rilevanti in un sito:

  • Il contenuto
  • L’architettura
  • L’HTML
  • L’autorevolezza
  • I link
  • La User Experience.

Solamente tenendo conto di tutti questi aspetti potrai costruire una strategia SEO a 360° per la tua azienda, raggiungendo così nuovi potenziali clienti e quindi nuove opportunità di vendita. Non ti senti ancora pronto per affrontare tutto questo da solo? Non ti preoccupare! Siamo qui per questo! Clicca qui e parliamo di come far crescere il tuo progetto.

Stefano Robbi

Stefano Robbi

C.E.O. di NetStrategy. Appassionato di digital marketing con forte propensione all’analisi quantitativa dei dati, ha dato vita al cuore digitale di NetStrategy® nel lontano 2009. Alla passione e alle competenze maturate sul campo nell’ambito del search marketing, Stefano può accostare una formazione specifica di marketing strategico, acquisita nel M.Sc. in Marketing Management all’Università Bocconi e nella pregressa esperienza presso Microsoft Italia.

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